Questi i risultati di un recente studio pubblicato su Nutrition Research, che ha osservato l’effetto della somministrazione di olio di krill in 300 soggetti con livelli di trigliceridi borderline (150-499 mg/dL).

I partecipanti sono stati divisi in cinque gruppi cui sono stati somministrati giornalmente 0.5, 1, 2 o 4 grammi di un integratore di olio di krill, mentre al quinto gruppo è stato assegnato un placebo.
Dopo 12 settimane di trattamento, nei gruppi che avevano assunto olio di krill è stata osservata una riduzione media del 10.2% dei livelli di trigliceridi rispetto al placebo.

L’olio di krill si configura pertanto come un utile supporto per la riduzione dei fattori di rischio cardiovascolare, considerando anche i risultati di numerosi studi realizzati negli ultimi anni.
La somministrazione di olio di krill ha dimostrato infatti di essere in grado di diminuire il colesterolo LDL e di aumentare quello HDL e di avere effetti positivi nella sindrome metabolica.

Buoni risultati sono stati osservati anche in ambito neurologico, con miglioramenti nella sintomatologia della sindrome da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD), nella sindrome premestruale (PMS) e negli stati infiammatori cronici.

L'olio di krill è un alimento di origine marina, che presenta un profilo nutrizionale peculiare.
Estratto dall'Euphausia superba, un piccolo crostaceo di 10 mm simile al gambero, apporta omega-3 sotto forma di fosfolipidi, principalmente come fosfatidilcolina e astaxantina, un carotenoide con attività antiossidante.

Bibliografia
Berge K, Musa-Veloso K, Harwood M, Hoem N, Burri L. Krill Oil Supplementation Lowers Serum Triglycerides without Increasing Low-density Lipoprotein Cholesterol in Adults with Borderline High or High Triglyceride Levels. Nutr Res. Dec. 2013.