Negli ultimi decenni i modelli alimentari sono cambiati notevolmente. Insieme all’avvento di stili di vita sedentari sia nei Paesi industrializzati che quelli in via di sviluppo, questi trend alimentari risultano sempre più spesso associati ad aumento dell’obesità, fegato grasso, diabete e sindrome metabolica, oltre che ad obesità infantile.

Gli zuccheri aggiunti dall’industria alimentare impattano sulle diete occidentali, e rappresentano tra il 14% e il 17% dell’intake calorico totale, mentre l’OMS raccomanda di non superare il 10%.

È universalmente riconosciuto che un eccessivo consumo di zuccheri rappresenta un fattore di rischio per le malattie cardiometaboliche, oltre a rappresentare un grave problema di salute pubblica.

Il principale componente degli zuccheri aggiunti è il fruttosio, un monosaccaride che somiglia molto al glucosio.

Molte evidenze documentano che il fruttosio ha effetti nocivi sui disturbi metabolici. Anche per coloro che assumono fruttosio in quantità ‘normali’: questo zucchero, infatti, può rapidamente rompere gli equilibri dei parametri fisiologici intermedi come la circolazione dei lipidi e la sensibilità insulinica.

Secondo i Ricercatori, è necessario approfondire la conoscenza sul metabolismo del fruttosio e il suo ruolo nello sviluppo delle malattie metaboliche: questo permetterà di fornire indicazioni sui meccanismi patogenici dei disturbi metabolici, così da migliorare la diagnostica e le strategie terapeutiche.

La dolcezza procurata dallo zucchero aggiunto aumenta la palatabilità di alimenti e bevande, andando dunque a stimolare ed incoraggiare l’appetito.

In studi basati su risonanze magnetiche funzionali è emerso che il consumo di fruttosio, rispetto al glucosio, ha mostrato un maggior flusso ematico nell’ipotalamo e l’attivazione di regioni del cervello coinvolte nell’attenzione e nel processo di ricompensa, che pare influenzino il comportamento alimentare.

Intestino, fegato e reni sono gli organismi maggiormente coinvolti nel metabolismo del fruttosio. Eppure, la fisiologia e la rilevanza del ruolo del cervello nel metabolismo del fruttosio rende fondamentale approfondirne la conoscenza, così da poter capire meglio gli effetti del fruttosio sulla preferenza per il gusto dolce e, quindi il comportamento alimentare.

 

Bibliografia
Ya-Nan Shi, Ya-Jin Liu, Zhifang Xie, Weiping J Zhang. Fructose and metabolic diseases: too much to be good. Chin Med J (Engl). 2021 May 18;134(11):1276-1285.