La popolazione mondiale invecchia: sono sempre più rilevanti i fattori ambientali modificabili, come la dieta, che possono contribuire a diminuire fattori di rischio importanti. Un esempio? Il consumo di mirtillo e la demenza.
Secondo recenti stime dell’OMS, nel 2050 il 22% della popolazione mondiale avrà più di 60 anni.
È un traguardo eccezionale che viene messo in ombra, purtroppo, dal mantenimento di una buona qualità della vita: con l’invecchiamento, infatti, aumentano i fattori di rischio per molte condizioni croniche o degenerative.
Una condizione come la demenza, ad esempio, interesserà oltre 150 milioni di persone nel 2050: i numeri sono importanti, per questo è necessario trovare soluzioni sicure ed efficaci, strategie con approcci multiformi che possano offrire maggior successo rispetto a molti dei farmaci utilizzati ad oggi per questo tipo di patologie.
L’invecchiamento è fortemente associato al declino cognitivo, ed è diffusa la convinzione che fattori di rischio modificabili come l’alimentazione possano proteggere da questo processo.
Secondo gli Autori, infatti, si possono realizzare interventi sugli stili di vita, e questo potrebbe rappresentare la via più efficace per mitigare il rischio di sviluppare una malattia come la demenza.
Ad alcuni specifici componenti alimentari, in particolare alla frutta ricca di polifenoli come i frutti di bosco, è stato riconosciuto sempre di più un ruolo protettivo contro l’invecchiamento.
In questo studio di 12 settimane parallelo, randomizzato e placebo controllo, sono stati reclutati 60 adulti sani tra i 50 e gli 80 anni. Un gruppo doveva consumare quotidianamente mirtillo rosso liofilizzato, un altro gruppo un placebo.
Lo scopo era verificare se l’assunzione di mirtillo avesse un impatto sul funzionamento cognitivo e cerebrale, oltre che sui biomarkers della segnalazione neuronale.
I Ricercatori hanno svolto svariate valutazioni, prima e dopo la fase di intervento, incluse quelle sulla memoria e le funzioni esecutive, la neuroimmagine e la raccolta di campioni ematici.
Dai risultati è emerso che l’integrazione di mirtillo rosso era associata a miglioramenti nella memoria visiva episodica nei partecipanti più anziani, rispetto al gruppo placebo. È stato osservato anche un calo nelle lipoproteine a bassa densità (colesterolo LDL).
Alla luce dei dati raccolti, gli Autori concludono che i risultati indicano come l’integrazione quotidiana di mirtillo rosso (equivalente a 1 tazza) per un periodo di 12 settimane ha mostrato di migliorare la memoria episodica e la funzione neuronale.
Questi risultati pongono le basi per future indagini che possano determinare il meccanismo d'azione e l’efficacia del mirtillo rosso nel contesto delle patologie neurologiche.
Bibliografia
Flanagan E et al. Chronic Consumption of Cranberries (Vaccinium macrocarpon) for 12 Weeks Improves Episodic Memory and Regional Brain Perfusion in Healthy Older Adults: A Randomised, Placebo-Controlled, Parallel-Groups Feasibility Study. Front Nutr. 2022 May 19;9:849902.