Le preparazioni a base di biancospino hanno una lunga storia: sono citate nella letteratura medica a partire dal I secolo d.C. Erano molto utilizzate per il trattamento di disturbi cardiaci e come energizzanti per l’invecchiamento.
Oggi il principale campo di impiego di questa pianta medicinale riguarda l’insufficienza cardiaca, e nel mercato è diffusamente commercializzata sotto forma di estratto secco titolato e standardizzato in iperoside (che consente di mantenere i principi attivi naturali qualitativamente e quantitativamente costanti, assicurando al prodotto stabilità, biodisponibilità ed efficacia).
Studi clinici hanno dimostrato che il biancospino è in grado di migliorare la capacità funzionale, alleviare i sintomi di disabilità e migliorare lo stile di vita in soggetti affetti da insufficienza cardiaca.
Questa pianta medicinale, infatti, è in grado di ottimizzare la performance cardiaca e la tolleranza all’esercizio fisico in soggetti con insufficienza cardiaca leggero-moderata. Può controllare sintomi quali edema, dispnea e affaticamento, alleviando di conseguenza il carico della malattia dei pazienti, migliorandone la qualità di vita.
Nel 2008 la nota associazione internazionale Cochrane, che si occupa di valutare la sicurezza e l’efficacia degli interventi sanitari, ha dato un giudizio positivo al biancospino, affermando che “è osservato un significativo beneficio nel controllo della sintomatologia e nei risultati fisiologici con l’estratto di biancospino come trattamento aggiuntivo nel trattamento dell’insufficienza cardiaca cronica”.
Bibliografia
Christian J. F. Holubarsch, Wilson S. Colucci, Jaan Eha. Benefit-Risk Assessment of Crataegus Extract WS 1442: An Evidence-Based Review. Am J Cardiovasc Drugs (2018) 18:25–36.
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