Schiscetta o panino al bar? Nel Regno Unito è stato pubblicato il primo studio che valuta l’impatto ambientale della pausa pranzo, per scoprire che la produzione di sandwich inquina quanto milioni di auto in un anno.
L’impronta di carbonio (carbon footprint) è un parametro utilizzato per stimare le emissioni di gas serra causate da un prodotto, un servizio o un’attività, espresse in tonnellate di CO2e; la carbon footprint serve per determinare gli impatti ambientali che le emissioni hanno sui cambiamenti climatici causati dall’attività umana.
Un’équipe dell’Università di Manchester ha valutato la produzione di carbon footprint per la preparazione di sandwich, fatti in casa o preconfezionati, in Gran Bretagna. È stato preso in considerazione l’intero “ciclo di vita” di un panino: la produzione degli ingredienti, i panini, i loro confezionamenti e gli scarti di cibo. Sono stati catalogati 40 tipi di sandwich e ricette.
La maggior produzione di carbonio viene emessa per i panini con carne di maiale (bacon, prosciutto o salsicce), formaggio o gamberetti; tra le ricette, inquinerebbero di più i panini per le colazioni inglesi preconfezionate, che includono uova, bacon e salsiccia. Secondo le stime, questo tipo di panino genera 1441 grammi di CO2e: come guidare un’auto per 20 chilometri. Il panino più “ecologico” resta il grande classico con prosciutto e formaggio fatto in casa: sembra una banalità, ma forse si comincerà a guardare con più simpatia alla preparazione della schiscetta.
La professoressa Adisa Azapagic, a capo dello studio, ha ribadito quanto sia fondamentale comprendere il ruolo del settore alimentare nell’ambito delle emissioni di gas serra; stando ai dati, in Inghilterra si consumano oltre 11.5 miliardi di sandwich all’anno, che producono circa 9.5 milioni di CO2e: un numero che equivale all’uso annuale di 8.6 milioni di automobili.
Rincuora scoprire le abitudini degli italiani: da alcuni sondaggi del 2017 è emerso che amiamo ancora la buona qualità e preferiamo pranzare seduti e utilizzando le posate. Il piatto più consumato è il classico tonno e pomodori: un vero e proprio superfood, tra proteine biologiche del tonno e antiossidanti del pomodoro, come il licopene.
L’Italia si conferma al primo posto nel mondo per la durata della vita, fattore strettamente legato alla nostra invidiabile cultura alimentare: teniamoci stretto questo primato!
Bibliografia
Espinoza-Orias N, Azapagic A. Understanding the impact on climate change of convenience food: Carbon footprint of sandwiches. Sustainable Production and Consumption. ChemE EFCE 2018.