Qualsiasi donna conosce le problematiche relative alla candida, e per molte il fastidio può essere ricorrente o cronico. Nuove evidenze mettono il luce il ruolo di lattobacilli e lattoferrina a supporto delle cure più comuni.
Tra le più diffuse problematiche ginecologiche campeggia la vaginite, un disturbo che è responsabile di 10 milioni di visite mediche ogni anno. In particolare, si stima che l’infezione fungale della vulva e della vagina sia la seconda causa d’infiammazione più comune.
Durante l’età riproduttiva, circa il 75% delle donne ha almeno un episodio di candidosi vulvovaginale (VVC) e pressappoco la metà di loro ha almeno altri due episodi. Il patogeno più comune è il Candida albicans, isolato in circa il 90% dei casi totali.
Anche la colonizzazione asintomatica di candida è molto comune: la si riscontra in almeno un terzo delle donne senza sintomi, ed è stata identificata nel 70% delle donne nell’arco di 1 anno di osservazione.
La candidosi vulvovaginale si definisce ricorrente (RVVC) quando il soggetto ha 4 o più episodi di candida sintomatica in un anno. Questa manifestazione è meno comune della forma acuta, che interessa fino al 9% delle donne in età riproduttiva ma che, al tempo stesso, può compromettere molto la qualità della vita di una donna, con sintomi come prurito e dolore, dispareunia, disuria e perdite spiacevoli.
Le cause di questi episodi possono essere le più disparate: genetiche, biologiche, oppure dipendere dal comportamento della singola donna.
Le donne con candida ricorrente – circa 150 milioni in tutto il mondo – soffrono dunque di episodi idiopatici cronici di irritazione vaginale che richiedono una terapia di mantenimento antimicotica per controllare parzialmente i sintomi, come gli azoli.
Sebbene questi trattamenti siano efficaci nel ridurre il carico dell’organismo e i sintomi, la funzione statica dell’attività azolica e la recalcitranza fungina alla clearance sono fattori chiave che danno luogo alla recidiva.
Si tratta di trattamenti ampiamente accettati e impiegati, ma si stanno facendo strada alcune evidenze che premierebbero l’assunzione orale di probiotici e lattoferrina proprio per arrestare maggiormente le recidive.
È a partire da queste premesse che nasce il recente studio randomizzato, con il quale i Ricercatori volevano valutare l’efficacia di una formulazione orale contenente Lactobacillus acidophilus, Lactobacillus rhamnosus e lattoferrina bovina sui sintomi e la recidiva di candida ricorrente, come supporto ad una terapia topica più classica.
A questo scopo è stato reclutato un gruppo di donne positive al Candida albicans, suddivise in due sottogruppi: uno ha ricevuto un placebo in aggiunta alla terapia topica, un altro ha assunto probiotici e lattoferrina per via orale, sempre in aggiunta alla terapia topica, per 6 mesi.
La terapia topica ha funzionato per entrambi i gruppi, ma solo il sottogruppo che ha assunto probiotici e lattoferrina ha mostrato un significativo miglioramento per quanto riguarda pruriti e perdite.
In conclusione, i Ricercatori sottolineano come un mix di lattobacilli in combinazione con la lattoferrina può rappresentare un valido approccio adiuvante per ridurre i sintomi e la ricorrenza della candida.
Bibliografia
Russo R, Superti F, Karadja E, De Seta F. Randomised clinical trial in women with Recurrent Vulvovaginal Candidiasis: Efficacy of probiotics and lactoferrin as maintenance treatment. Mycoses. 2019 Apr;62(4):328-335.