Il testosterone è fondamentale per la sessualità maschile, ma non solo: suoi bassi livelli sono correlati al rischio di alcuni gravi stati patologici. Una review ripropone l’efficacia di estratti vegetali per migliorarne i livelli.
Secondo recenti stime, circa un milione di italiani fra i 40 e i 60 anni hanno un deficit di testosterone, a cui si aggiungono circa 650.000 over 60. Infatti, le sue concentrazioni diminuiscono a partire dai 30 anni d’età.
Oltre a caratterizzare lo sviluppo degli organi sessuali, il testosterone promuove la maturazione degli spermatozoi e concorre all’aumento dei muscoli volontari. Inoltre, bassi livelli di questo ormone possono statisticamente aumentare il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, osteoporosi e diabete.
Attualmente, il principale approccio terapeutico è la terapia sostitutiva di testosterone (TRT), che però potrebbe esacerbare condizioni cliniche preesistenti. È proprio per questo che la ricerca esplora il potenziale di opzioni alternative, come erbe, spezie, piante o altri estratti.
La presente review fa il punto per valutare i risultati degli studi clinici che hanno testato l’impiego di ingredienti vegetali sulle concentrazioni di testosterone, in uomini dai 18 anni in su. Tra i numerosi estratti vegetali sperimentati, sono stati passati in rassegna Coleus barbatus, ginseng, fieno greco, ashwagandha, tribulus e maca.
Sono però due gli ingredienti che hanno mostrato gli effetti più interessanti sulle concentrazioni di testosterone negli uomini: l’estratto di semi di fieno greco e di radici di ashwagandha.
I possibili meccanismi d’azione coinvolti sono molteplici, ed è su questi presupposti che gli studi presentati hanno impostato i trials.
L’infiammazione e lo stress ossidativo hanno un rapporto inverso con il testosterone, come dimostrato in numerosi studi. Per questa ragione, estratti con proprietà antinfiammatorie ed antiossidanti possono apportare un effetto benefico sulle concentrazioni di testosterone. Come emerso in un trial, gli effetti antinfiammatori e antiossidanti dell’ashwagandha possono essere associati con un aumento delle concentrazioni di testosterone, se i suoi bassi livelli sono causati da infiammazione o stress ossidativo.
Un ulteriore meccanismo attraverso il quale gli estratti vegetali possono concorrere all’aumento di testosterone negli uomini è il miglioramento della produzione di cortisolo. Il cortisolo è il maggiore ormone dello stress, ed è inversamente correlato con le concentrazioni di testosterone: ridurne la produzione può contribuire all’aumento delle concentrazioni di testosterone.
In molti studi clinici, l’integrazione di ashwagandha è risultata associata a una riduzione delle concentrazioni di cortisolo, elemento che ha contribuito in 3 studi su 4 a un effetto rinforzante dei livelli di testosterone.
Gli estratti vegetali possono anche influenzare l’attività enzimatica associata alla produzione di testosterone. Ad esempio, l’estratto di semi di fieno greco ha mostrato effetti positivi sulle concentrazioni di testosterone biodisponibile. Ciò significa che il testosterone può avere un effetto fisiologico maggiore nell’organismo quando le concentrazioni di questi biomarcatori sono elevate.
Nelle conclusioni, gli Autori auspicano nuovi studi che verifichino con la maggior precisione possibile gli effetti degli estratti vegetali sulla produzione di testosterone, ashwaganda e fieno greco in primis, delineando gruppi di partecipanti che garantiscano risultati statisticamente significanti.
Bibliografia
Smith SJ, Lopresti AL, Teo SYM, Fairchild TJ. Examining the Effects of Herbs on Testosterone Concentrations in Men: A Systematic Review. Adv Nutr. 2020 Nov 5;nmaa134.