Letteralmente il suo nome significa gioia della montagna, ed è noto da talmente tanto tempo che la mitologia greca ne fa risalire la nascita addirittura al tempo antico degli dei dell’Olimpo.

Da sempre l’origano è apprezzato in cucina, ma è anche considerato un antibiotico naturale, e gli sono attribuite proprietà antinfiammatorie, antisettiche e antispasmodiche.

Il suo olio essenziale è ricco di carvacrolo, ed è quello più conosciuto tra le essenze estratte dalle piante.

La presente review ha raccolto gli studi esistenti sul carvacrolo: i composti derivati naturalmente dalle piante, infatti, possono rappresentare interessanti alternative alle molecole sintetiche ampiamente utilizzate nell’applicazione clinica.

Il carvacrolo è un monoterpene presente principalmente nell’olio essenziale di origano, ma anche di timo, crescione, bergamotto e altre piante.

Questo composto possiede un’ampia gamma di attività biologiche potenzialmente utili all’applicazione clinica come antimicrobica ed antiossidante.

L’attività antimicrobica del carvacrolo è molto più forte di quella degli altri composti volatili presenti negli oli essenziali, e questo è dovuto alla presenza del gruppo idrossile libero, all’idrofobia e alla frazione fenolica.

Il carvacrolo ha mostrato un effetto inibitore molto forte sia contro i batteri Gram-positivi che Gram-negativi. Inoltre, è efficace contro vari funghi, e l’agente patogeno alimentare Bacillus cereus.

Il B. cereus può causare intossicazioni alimentari simili allo staffilococco. Il carvacrolo può inibirne la crescita e, sebbene questo meccanismo non sia ancora chiaro, in questa direzione ci sono pubblicazioni che suggeriscono come l’utilizzo alimentare del carvacrolo possa contribuire a rinforzare la sicurezza degli alimenti.

A quanto emerso, infatti, risulta particolarmente efficace contro i patogeni presenti negli alimenti, come l’Escherichia coli, la salmonella e il già menzionato Bacillus cereus.

Probabilmente questo effetto è da ricondurre alla natura idrofobica del carvacrolo, che ha mostrato un’attività antibatterica più forte di eugenolo e mentolo.

Il suo principale meccanismo d’azione è quello di disintegrare la membrana esterna delle cellule batteriche, rilasciando i lipopolisaccaridi e aumentando la permeabilità delle membrane citoplasmatiche dell’ATP.

Le interessanti proprietà del carvacrolo e il suo profilo tossicologico sono sempre più definiti, ma gli Autori evidenziano che, ad oggi, mancano studi clinici: questo dato non permette di fornire conclusioni di rilevanza clinica, ma con questa pubblicazione i Ricercatori si augurano di aver contribuito a futuri studi su pazienti.

Bibliografia
Sharifi-Rad M et al. Carvacrol and human health: A comprehensive review. Phytother Res. 2018 Sep;32(9):1675-1687.