Una cosa è certa: un pasto sostitutivo deve essere inserito consapevolmente nel piano alimentare, associato ad una buona attività fisica. Ma cosa dicono gli studi sulla sua efficacia per la perdita di peso? Una review risponde.
Come ormai è ben noto, l’obesità è una condizione molto pericolosa, che predispone l’organismo a sviluppare diversi disturbi. Tuttavia, i rischi per la salute causati dall'obesità sono compensati dalla perdita di peso: maggiori perdite di peso porterebbero a maggiori benefici per la salute stessa.
La prevalenza dell'eccesso di peso è elevata e in continuo aumento in tutto il mondo; pertanto, a meno che non vengano attuate strategie efficaci di trattamento e prevenzione dell'obesità, la crescente incidenza di malattie prevenibili rappresenterà un onere sempre maggiore per i sistemi sanitari e per l'economia globale. Per questo motivo c'è una pressante necessità di identificare interventi efficaci per il trattamento dell'obesità, che possano essere adottati su larga scala.
Tra gli interventi che risultano di più facile attuazione vi sono le strategie di autogestione come l'uso di sostituti del pasto, che sempre più si rivelano un approccio particolarmente utile.
I sostituti del pasto generalmente non sono raccomandati dalle linee guida cliniche per la gestione dell'obesità. Lo scopo della review della University of Oxford è quello di fornire una valutazione sistematica aggiornata circa gli effetti dei sostituti del pasto sulla la perdita di peso in soggetti adulti in sovrappeso o obesi. Il loro utilizzo è stato della durata di un anno, comparandone gli effetti con interventi alternativi.
I ricercatori dello studio in questione considerano i sostituti del pasto come prodotti alimentari o bevande che vengono utilizzati per sostituire gli alimenti di solito consumati durante uno o più pasti, che hanno l'intento di ridurre l'apporto energetico giornaliero. Nella review presa in esame gli studiosi hanno considerato solo gli studi che utilizzavano sostituti per almeno un pasto al giorno e che includevano almeno un pasto con cibi convenzionali.
In totale sono stati inclusi 23 studi per un totale di 7884 partecipanti adulti: la variazione del peso medio a 1 anno ha favorito il gruppo che ha assunto anche i sostituti del pasto rispetto al gruppo di controllo; infatti, l’associazione del sostituto del pasto a diversi tipi di dieta ha dato risultati incoraggianti rispetto alla dieta senza il sostituto del pasto.
In particolare, nelle persone assegnate a una dieta che incorporava il sostituto del pasto, la differenza media è stata di -1,44 kg persi in più rispetto al gruppo controllo.
Nei gruppi assegnati a una dieta che associava il sostituto del pasto ad un altro supporto dietetico, la differenza media era di -2,22 kg persi in più rispetto ad altre diete con supporto, e di -3,87 kg persi in più rispetto ad altri tipi di dieta senza supporto.
In base ai dati precisi forniti dalla presente review, emerge che i programmi dietetici che incorporano sostituti del pasto possono portare a risultati migliori in termini di perdita di peso, dopo 1 anno, rispetto a programmi uguali senza l’utilizzo di sostituti del pasto.
Pertanto, secondo gli Autori, i sostituti del pasto dovrebbero essere considerati un'opzione valida per la gestione del sovrappeso e dell'obesità, con l’ipotesi di inserirli nelle linee guida cliniche per la gestione della perdita di peso in ambito comunitario e sanitario.
Bibliografia
Astbury NM, Piernas C, Hartmann-Boyce J, Lapworth S, Aveyard P, Jebb SA. A systematic review and meta-analysis of the effectiveness of meal replacements for weight loss. Obes Rev. 2019;20(4):569-587.