Gli omega-3, si sa, sono cruciali per la salute umana, soprattutto in ambito cardiovascolare. Chi l’ha detto che si possono assumere solo da olio di pesce? Questa review ripercorre la letteratura per rispondere, dati alla mano.
Le problematiche cardiovascolari rappresentano una sfida globale, e in quest’ambito i biomarcatori lipidici possono essere predittivi di eventi cardiovascolari.
Sono numerose le ricerche sui benefici cardiovascolari degli acidi grassi polinsaturi omega-3, tutte orientate verso l’integrazione con olio di pesce e l’indicazione di una dieta ad alto consumo di pesce.
Parallelamente, vegetarianesimo e veganesimo stanno spopolando a tutti i livelli della società, e le ragioni sono spesso le più disparate; per menzionarne alcune, si può trattare di valori personali, etici o religiosi, di preferenze individuali e di principi legati alla salvaguardia dell’ambiente.
Gli acidi grassi rappresentano una fonte di nutrienti fondamentali per la salute umana: per questa ragione, secondo gli Autori della review, le fonti vegetali di queste sostanze meritano una più approfondita considerazione.
I Ricercatori hanno deciso di raccogliere la letteratura esistente per valutare criticamente l’efficacia degli omega-3 di origine vegetale, da alimenti e integratori, a partire dal profilo lipidico e da selezionati marker cardiometabolici.
Le noci e i semi di lino sono le più note fonti vegetali di omega-3, principalmente in forma di acido alfa-linoleico (ALA); sono infatti dotate delle più forti motivazioni scientifiche che ne giustifichino un’applicazione nella pratica clinica.
Inoltre, noci e semi di lino sono fonti naturali di fibre, potassio, magnesio e altre sostanze non essenziali come polifenoli e steroli; tutti questi elementi, in sinergia tra loro, possono migliorare il metabolismo cardiovascolare.
I livelli di ALA concentrati nella colza o nell’olio di soia appaiono esigui se comparati all’olio di semi di lino.
Anche spirulina e clorella, biomasse di cianobatteri e alghe verdi, rappresentano fonti importanti di omega-3; eppure, i loro benefici sui marker cardiometabolici, sono probabilmente causati dal loro potenziale antiossidante, combinato sinergicamente con il loro contenuto in omega-3.
Anche se nell’organismo umano l’ALA non è convertito sufficientemente negli acidi grassi EPA e DHA, le evidenze suggeriscono che le fonti vegetali di ALA sono associate con uno status cardiometabolico favorevole.
L’integrazione con ALA, o un suo maggiore consumo alimentare, combinato con una ridotta assunzione di omega-6, può migliorare il rapporto omega-3/omega-6, andando quindi a migliorare il profilo cardiometabolico e lipidico.
Bibliografia
Santos HO, Price JC, Bueno AA. Beyond Fish Oil Supplementation: The Effects of Alternative Plant Sources of Omega-3 Polyunsaturated Fatty Acids upon Lipid Indexes and Cardiometabolic Biomarkers-An Overview. Nutrients. 2020 Oct 16;12(10):3159.