Se lo sono domandato un gruppo di studiosi statunitensi, realizzando questa interessante commentary, che analizza i principali fattori che possono influenzare un corretto apporto alimentare di magnesio.
Il magnesio (Mg) è essenziale per il mantenimento delle normali funzioni cellulari e degli organi e un suo squilibrio è associato a vari disturbi.
Quarto minerale nel corpo umano come concentrazioni, questo nutriente agisce come cofattore o attivatore di oltre 600 enzimi. Influenza i livelli di calcio extracellulare ed è utilizzato nella sintesi di RNA e DNA, nel mantenimento del livello di antiossidanti nella cellula e nel metabolismo energetico.
Sfortunatamente, le analisi del sangue di routine non sempre riflettono lo stato totale del magnesio nell’organismo.
Il Mg è principalmente depositato nello spazio intracellulare (40%) o nelle ossa e nei denti (60%).
Solo lo 0,3% del Mg totale dell’organismo si trova nel sangue, quindi le concentrazioni di magnesio totale e/o ionizzato misurate nel sangue non sono marker affidabili dei livelli di magnesio totale; inoltre, il magnesio nel sangue non riflette il contenuto di magnesio totale dei tessuti e organi ed è un insufficiente indicatore del contenuto di magnesio intracellulare.
Alcuni studi indicano che in caso di subcarenza cronica di magnesio, i livelli di tale minerale possono risultare nella norma, a dispetto del contenuto gravemente impoverito dei tessuti e delle ossa.
Pertanto, utilizzare i livelli di magnesio nel sangue per determinare i suoi livelli totali nell’organismo potrebbe ultimamente risultare in una sottostima della carenza di magnesio, nella popolazione sana come in quella malata.
L’omeostasi del Mg è mantenuta attraverso il riassorbimento renale e l’escrezione urinaria. In caso di surplus aumenta l’escrezione renale, mentre nella carenza, l’assorbimento di magnesio aumenta per minimizzare la perdita.
Malgrado il risparmio renale, il Mg è anche richiamato dai depositi ossei per mantenere i livelli nel sangue entro un range ottimale. Questo aumenta il rischio di osteopenia, osteoporosi e frattura, nonostante livelli nel sangue di magnesio nella norma.
Il magnesio è un importante costituente delle ossa e svolge un ruolo vitale nella mineralizzazione ossea, influenzando parzialmente la sintesi della vitamina D, che supporta l’assorbimento intestinale di calcio e fosforo.
Un apporto ottimale di magnesio è utile per la funzione cardiaca, perché stabilizza il battito cardiaco, contribuisce al mantenimento della pressione sanguigna, utile soprattutto per chi assume antipertensivi o diuretici.
Quando il consumo di magnesio è inferiore a 250 mg/die, l’escrezione si testa sui 40-80 mg, mentre se il consumo supera i 250 mg/die, l’escrezione sale a 80-120 mg/die.
Il magnesio è contenuto in numerosi alimenti ma il suo apporto è diminuito in maniera consistente nelle ultime decadi, principalmente a causa dei cambiamenti dietetici e alla sua rimozione durante i processi di raffinazione.
Inoltre, oggigiorno il suolo è impoverito di minerali e quindi le coltivazioni e le verdure non hanno le concentrazioni di nutrienti che si riscontravano nel passato.
Malattie cardiovascolari e metaboliche, scheletriche, respiratorie e neurologiche (stress, depressione, ansietà) sono correlate a un deficit di magnesio.
Altre complicanze cliniche della carenza di magnesio sono spasmi e dolori muscolari, fibromialgia, aritmia, osteoporosi ed emicrania.
Chiediamocelo anche noi: assumo abbastanza magnesio?
Bibliografia
Mohammed S. Razzaque. Magnesium: Are We Consuming Enough? Nutrients 2018, 10, 1863.
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